62° Taormina Film Fest: un evento all’insegna della solidarietà

62° Taormina Film Fest: un evento all’insegna della solidarietà

I ragazzi di Iammonline.it sono partiti da Palermo con dei compagni di viaggio molto speciali: gli ospitati dalla Caritas, accompagnati dagli assistenti sociali.

Diretti a Taormina per assistere alla cerimonia di apertura della 62ª edizione del Taormina Film Fest, l’incontro e il dialogo con delle realtà difficili ha anticipato il dibattito sugli “invisibili” che è stato affrontato all’apertura del festival. Per questa occasione è stato scelto per il ruolo di presidente onorario Richard Gere, che ha introdotto e commentato con gli ospiti la proiezione del suo film “Time out of mind”. L’attore, noto anche per essere un convinto attivista, è inoltre testimonial della campagna di sensibilizzazione sociale #HomelessZero.

Rendere “visibili” gli “invisibili”. Questo il buon proposito della manifestazione artistica siciliana tra le più famose al mondo che inaugura, appunto, la rassegna cinematografica del Taormina Film Fest 2016. Perché la tematica con cui si è aperto l’evento è proprio gli “Invisibili”, coloro che vivono in condizioni di estrema povertà, i senzatetto e più in generale tutte quelle persone che in un modo o nell’altro si sono ritrovate senza una casa. Un argomento di grande portata – da quella locale fino a quella mondiale – che spesso rimane solo un fatto, una situazione preesistente, esistenziale nel senso più stretto del termine, e mai completamente risolvibile.

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L’11 Giugno si è aperto il festival delle pellicole più o meno ambiziose, dei grandi registi e delle grandi compagnie di produzione. Ma comincia anche un festival sociale, indirizzato all’audience, certo, ma soprattutto stimolante l’attenzione su quel pubblico meno conosciuto e per l’appunto “meno pubblico”. Gli invisibili di cui parliamo non sono solamente un tema su cui discutere, ma sono i protagonisti fisicamente presenti alla presentazione del Taormina Film Fest. Da tutta la Sicilia sono arrivati gruppi provenienti da strutture della Caritas, dalle case-famiglia e da tutti quegli alloggi che accolgono chi ha perso la casa o chi l’ha lasciata sull’altra sponda del Mediterraneo con la speranza di una vita migliore, o più semplicemente di una vita.

Il lato politico, quello più pratico e meno retorico, è rappresentato dalla firma di un protocollo di intesa tra il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e la Federazione Italiana Organismi per le Persone Senza Dimora (fio.PSD). In particolare, il Ministro Giuliano Poletti e la presidente fio.PSD Cristina Avonto, hanno ufficiosamente firmato davanti una platea di cinquecento persone il documento che sancisce lo stanziamento pubblico pari a 100 milioni di euro per il finanziamento delle associazioni e degli enti della Federazione e l’impegno – non meno importante – a favorire e sostenere le attività presenti sul territorio italiano che operano in ambito assistenziale. Alla firma del protocollo è presente anche Richard Gere, non solo nelle vesti di attore ospite ma soprattutto di presidente onorario del Taormina Film Fest: Testimonio io il vostro impegno, ma soprattutto testimoniano le cinquecento persone presenti in sala” ha detto la celebrità dopo aver apposto anche la sua firma sul documento, tra gli applausi e l’approvazione della platea.

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Il film di Gere “Time out of mind” è la pellicola tematica che è stata proiettata a seguire della conferenza iniziale con le autorità e l’attore. Un film interpretato da un “invisibile” Richard Gere, carico di emotività e vero, anche a detta di coloro che la vita per strada l’hanno vissuta personalmente. Lo scambio di battute a seguire ha emozionato gli ospiti –  sul palco e in platea – e commosso l’attore, interessato alle storie delle persone che hanno recentemente trovato la propria casa, un luogo di rifugio dove sentirsi un riferimento per qualcuno.

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L’esperienza di questo gruppo eterogeneo nella provenienza ma assolutamente omogeneo nell’appartenenza ha condotto a un risultato importante: l’ascolto di chi normalmente non ha voce, l’attenzione verso chi è trascurato e “parte del paesaggio”, ma anche l’applicazione di un piano di azione finanziato per le politiche sociali a favore degli svantaggiati. La discriminazione accettabile, l’unica, è quella positiva, tesa a riequilibrare esistenze e possibilità non uguali per tutti. Le strategie inclusive devono essere prima di tutto concrete, ma allo stesso tempo bisogna restituire l’umanità a chi non si sente parte del mondo degli uomini. In questo, l’arte e il pubblico dibattito possono fare molto più di quanto si pensi.