Libri, sigarette e un braccio indolenzito
Dal Salone Internazionale del Libro di Torino, lo sguardo e le parole di un giovane della nostra redazione, invitato a partecipare da SottoSopra Italia – Save the Children, per poter raccontare quella che è diventata una delle manifestazioni più attese dell’anno per lettori e scrittori appassionati. Ecco com’è andata.
Le persone si accumulano, e non si distingue la folla dal personale, gli scrittori dai lettori. Il cielo si è aperto insieme ai cancelli questa mattina mentre la fila aspettava e leggeva. In mano sigarette e libri da non capirci più niente. Sicuramente chi viene a Torino questi giorni di maggio non può che aver perso il conto dei nuovi acquisti in libreria, come delle sigarette comprate ( vedi angolo fumatori). Oggi gli scaffali di tutta Italia si sono installati alla fiera, il Salone Internazionale del Libro di Torino, ormai, dopo il toro, divenuto simbolo di questa città che non è solo grigia e non è solo pioggia. Anzi.
È come se il sole si fosse messo d’accordo con gli orari di apertura e fosse stato lui stesso il prologo, la guest star di quest’anno. Appena entrati ci si rende conto di quanta editoria c’è e – nonostante la passione – si può non conoscere del tutto. Si leggono nomi, appuntamenti, e si dimenticano, si corre, scalpita, e non ci si stanca, si leggono alcuni titoli, si sfogliano le pagine, e poi si acquista. Basta poco per girare l’angolo e trovare un Erri De Luca in uno stand, messo lì, a pochi passi da tutti; e pensare che per incontrarli questi scrittori occorre andare sempre lontano, o sempre in libreria.
Oggi e ancora per qualche giorno ce li hai tutti lì, uno in concomitanza con l’altro, in sale diverse, così importanti che sembra si accavallino a posta, per farti desiderare la bioetica della clonazione, o semplicemente un po’ di tempo in più, per assorbire il più possibile: parole, frasi, segreti e desideri di quelli che sono i nostri autori preferiti, che ricordiamo per un libro o per l’attesa di una nuova pubblicazione. Qui si attende il momento migliore per prendere un libro, per riempirsi il braccio di sacchi, e farli pesare tutti su un solo bicipite per lasciare l’altro arto libero di stringere mani e tentare accordi. Diciamocelo, alla fiera di Torino qualcuno tenta anche la fortuna, o più popolarmente: “la botta di culo”. Una prima casa editrice, un primo libro con dedica, un primo firmacopie (vedi incontro Benji & Fede). Così mentre un braccio si pompa in presa a martello di libri, l’altro cerca tra scaffali, e magari fa amicizia. Perché anche se non acquisti puoi ascoltare, capire, imparare, cose che dovrebbero essere sempre gratis. Invece…
Alessio Castiglione