“Vanità soldi fango” di Alessio Castiglione. Una chiacchierata con l’autore
Alessio Castiglione, ventunenne universitario, intervistato dalla redazione Iammonline.it, spiega il suo esordio nella letteratura parlandoci della sua prima opera, ma anche e soprattutto di sé stesso.
“Vanità soldi fango” è la prima opera di Alessio Castiglione, giovane palermitano faccia pulita, impegnato nel sociale da anni. Da poco più di un mese ha realizzato uno dei suoi sogni: pubblicare il suo libro. Il 16 Aprile alle 17:30 la prima presentazione con l’autore, presso lo Spazio Cultura alla Libreria Macaione (Via Marchese di Villabianca, 102, Palermo).
“Dario è bellissimo. Giovanissimo, fisico atletico, occhi verdi. Ammirato, desiderato. Ma è anche povero, non si sente a suo agio in famiglia, neppure col fratello più piccolo che gli vuole invece bene e lo prende a modello. E allora ci vuole un attimo a lasciarsi andare, a ritrovarsi in un vicolo buio in attesa del prossimo cliente; un barbone a smistare le auto e a mettere in coda chi attende il proprio turno. Senza coinvolgimenti emotivi, solo per soldi, consapevole di essere il sogno di tutti. Ma è facile confondere il sesso con l’amore e l’amore malato può trasformarsi in ossessione. “Vanità soldi fango” è un romanzo breve scritto di notte e riletto per strada. È la storia di un disagio, che mette come centro la periferia, e come periferia il mondo. Si legge con la fluidità di poco inchiostro lasciato colare giù, verso il fondo. Leggendolo si deve stare attenti alle pagine, perché rischiano di ferire le dita e la morale. Protagonista è la classe più bassa della società, che si scava il fosso e si nasconde di notte. Dario in questo buio scenario è solo una comparsa, sarà lui a dimostrare la vanità che si trasforma in adulterio e i soldi che diventano fango; così, quasi senza volerlo.”
La presentazione del libro che ci viene offerta sugli store, ci anticipa una storia di prostituzione da leggere comodi sulla poltrona di casa o sulla panchina del viale, ma anche una storia che fa stare scomodi sui punteruoli della moralità sociale per la quale alcune tematiche sono tuttora dei tabù.
Abbiamo fatto qualche domanda ad Alessio per sapere di più e meglio cosa vuole trasmettere con il suo romanzo, termine che lo stesso autore definisce un “parolone” e che preferisce sostituire descrivendo il suo libro come un racconto lungo o un romanzo breve.
Perché hai deciso di scrivere un libro? Perché adesso?
In realtà non ho deciso di scrivere un libro adesso, ma all’età di diciannove anni, tre anni fa, subito dopo aver scritto un primo romanzo breve dal titolo “Annegare” al quale tengo molto e che ancora non ho deciso di pubblicare. “Vanità soldi fango” è l’idea che è arrivata dopo “Annegare” e non vedevo l’ora di metterla nero su bianco. Questa idea è nata da uno stimolo molto forte, una storia raccontatami da un amico – di cui ovviamente non posso dire il nome – e il contesto di tale storia mi ha lasciato abbastanza interdetto attirando la mia attenzione per scriverne. Stiamo parlando della prostituzione minorile maschile. Un ragazzo all’età di sedici diciassette anni inizia a entrare in un circolo economico malsano come quello della prostituzione. Ho scritto perché questo ragazzo mi ha chiesto di mandare un messaggio, conoscendo la mia passione per la scrittura, per l’arte del narrare. Ovviamente c’è molto del mio vissuto, proprio perché in ciò che scrivo non posso prescindere da quello che sono, dalla mia storia. Dall’intreccio di queste due storie è nato “Vanità soldi fango”, un messaggio che volevo far arrivare a molte altre persone.
Come è stato entrare nei meccanismi dell’editoria contemporanea?
L’editoria contemporanea ha sicuramente un approccio differente rispetto a qualche anno fa, come ho potuto capire dalle parole di alcuni scrittori con cui ho parlato, tra cui Piazzese e Turati. L’unico modo per poter pubblicare è partecipare ai concorsi, motivo per cui “Vanità soldi fango” è approdato a un concorso dove è stato segnalato come pubblicabile. Nessuno è disposto a leggere qualcosa di tuo se non è stato già letto, segnalato, giudicato positivamente da qualche autorevole giuria. Ho avuto la fortuna di essere preso in considerazione dalla Giovane Holden edizioni poiché il “Premio Bukowski”, il concorso al quale ho partecipato, era allacciato a questa casa editrice. Le major, i grandi nomi dell’editoria non sono disposti a pubblicarti a meno che tu non sia già un nome. Non è facile purtroppo andare avanti da soli, ma non è detto che sia necessario rivolgersi a grandi famiglie editoriali dato che anche le piccole e medie case editrici lavorano molto bene. Mi piacerebbe un giorno poter essere pubblicato da editori come la Sellerio, ma questo è un altro sogno. Per il momento ho mandato altri due racconti alla Navarra di Palermo.
Perché hai scelto una tematica così forte per il tuo libro?
Quello che mi va di fare ogni qualvolta scrivo è di raccontare storie, situazioni che non riesco a trovare in libreria come nel mio quotidiano, poiché si tratta di realtà difficili, talvolta invisibili. Quella di “Vanità soldi fango” è sicuramente una di queste realtà. Oggi mi va molto di associare il mio impegno sociale, il mio orientamento educativo e pedagogico alla mia passione per la scrittura. E’ stata profetica questa attitudine, perché a diciannove anni non avevo ancora le idee molto chiare sul mio orientamento lavorativo. Credo che i miei studi per diventare educatore e la mia voglia di scrivere storie siano unite e non camminino come due attività distinte e separate. In tutti i miei racconti parlo di realtà difficili e poco conosciute, così in “Annegare” parlo dell’HIV, così come in “Io non ricordo” parlo della migrazione non accompagnata, dei minori lasciati soli. Quello che è implicito è che i miei racconti sono ambientati a Palermo, implicito perché non lo specifico mai ma attraverso i dettagli che inserisco nelle storie lo si può intuire.
Perché acquistare e leggere il tuo libro?
Questa è una domanda difficile. Ogni volta può uscire dallo scrittore il suo essere egocentrico. Un motivo per acquistare e leggere “Vanità soldi fango” è sostenere la mia attività, perché è difficile andare avanti da soli in questo mondo, con la sola pubblicazione non si va da nessuna parte. Ma ciò che è importante è che Dario, il protagonista, è un personaggio che ha bisogno di essere conosciuto, piuttosto che essere accantonato come tutto ciò che ci sta scomodo, ovvero prostitute, omosessuali, e tutto quante le problematiche della periferia segnate dall’omertà e dall’indifferenza del Sud. Tutte realtà che stanno dentro – e sotto – a quei grandi palazzi alle estremità della città. Devono prendere luce queste storie, deve prendere luce la diversità, il disagio, le difficoltà, perché altrimenti rimarranno sempre nell’ombra tutte queste vicende che meritano di essere evidenziate e raccontate. Acquistate “Vanità soldi fango” perché costa poco, perché possono leggerlo tutti – l’ha letto anche mia nonna, cosa difficile far leggere le nonne! – e anche perché è scorrevole, piacevole e ti fa pensare. Il finale, non anticipandoti niente, può lasciare colpiti dalla sua forza. Si tratta di una lettura che abbraccia diverse fasce della popolazione e di età, dai ragazzi agli adulti, dall’intellettuale al cittadino medio. Secondo me è una lettura per tutti. Auguro a tutti “buona lettura!”