“Let’s Clean Up Europe!”: se la spazzatura potesse parlare…
Nell’ambito del progetto Let’s Clean Up Europe!: “RAP S.p.A. – Azione Zisa” 6/7 Maggio 2016, promosso dalla RAP (Risorse Ambiente Palermo) sarà effettuata un’attività di pulizia straordinaria del quartiere Zisa, promuovendo inoltre un’azione di comunicazione e sensibilizzazione nelle scuole e sul territorio.
Il Centro TAU sta seguendo la marcia di avvicinamento a questo evento che vedrà la partecipazione dei ragazzi di SottoSopra Palermo e l’attenzione della redazione di Iammonline.it. Abbiamo ascoltato la voce del quartiere riguardo alle condizioni in cui versa, e i cittadini hanno detto la loro trasmettendo un bisogno di cure e di rinnovamento.
In una città abitata da tante persone si produce una grande quantità di rifiuti. Un città che preserva i propri spazi e li mantiene puliti crea una cultura del rispetto per l’ambiente. A ben vedere, non si può dire che a Palermo non ci sia la cultura ambientalista, ma di certo esiste un pensiero comune sospeso tra il “benaltrismo” – il vero problema è ben altro – e quello che definisco “altruismo colpevolista” – l’interesse al bene comune tirandosi fuori dalle responsabilità. Se la spazzatura potesse parlare allora ci indicherebbe chi ha sbagliato, e chi continua a sbagliare.
Ma sarebbe necessario interrogare i rifiuti per incastrare un peccatore di civiltà? Ancora prima di un impianto accusatorio, e quindi sanzionatorio, viene trascurata la dimensione didattica per la cura del territorio. Prima di trovare i colpevoli, bisognerebbe capire come si formano questi e come sarebbe possibile formare dei futuri cittadini in grado di diffondere un nuovo senso civico utile alla Cosa Pubblica, e a se stessi. Si dimentica che la Cosa Pubblica siamo tutti noi. Trattarla male significa rovinare il nostro giardino, non quell’orticello recintato che custodiamo gelosamente ma quello dove crescono nuove speranze e nuovi sogni: il futuro, per intenderci.
Una sensibilizzazione maggiore e più esplicita andrebbe fatta in tutti gli istituti; nelle pianificazioni didattiche andrebbero inserite attività di impegno comunitario e coinvolto nella cura della propria città, partendo dalle scuole primarie e andando oltre. La creazione di un circolo virtuoso è faticoso ma non si tratta di un’utopia.
Parlava di sicilitudine il professor Piero Violante, riferendosi a una condizione da cui redimersi, una maledizione inevitabile destinata forse a permanere. Una permanenza misteriosa e cupa come quella di un cielo rosa fioco, quello sopra Palermo, che si tratti di un’alba o di un tramonto di un’era incerta. Dal livello amministrativo al livello più “basso” dei cittadini – nota bene, intesi come struttura portante del resto che altrimenti crollerebbe – un impegno va preso nei confronti dei Palermitani e del futuro della Città.
I pareri ascoltati in giro descrivono un quadro malinconico, ma non privo di interesse. Perché i cittadini intervistati lo sanno qual è il proprio quartiere ideale: quello dove vivono, “solo un po’ più pulito!”.