Riflessioni sull’istruzione

Riflessioni sull’istruzione

Andare a scuola non dovrebbe essere più sentito come un dovere o un obbligo, ma come una possibilità per il proprio futuro. Oggi di futuro ne abbiamo ben poco, ma andando a scuola e conseguendo quindi un titolo di studio abbiamo un pizzico di speranza in più. In molti dicono che ci sono migliaia di laureati in giro che non lavorano; questo è vero, però riflettendoci, queste persone hanno più possibilità rispetto a quelli che non ne hanno “voluto a brodo”.
Ma poi perché non diminuire l’età per andare in pensione e dar posto a delle persone giovani di poter insegnare? A noi piacerebbe avere delle persone giovani come insegnanti, invece che dei professori anziani che non hanno più pazienza, che non ci capiscono.
Di problemi ce ne sono tanti. Per iniziare dalle strutture: c’è poca sicurezza (l’uscita d’emergenza che per aprirla bisogna forzarla, le grate della luce sul soffitto attaccate con lo scotch), l’igiene è scarsa (banchi e bagni, come del resto tutta la scuola, sporchissimi), i riscaldamenti sono sempre spenti.
Vogliamo strutture adeguate e sicure. Capisco che una parte di questi problemi è dovuto a insufficienza di fondi ma questo si potrebbe risolvere destinando alle scuole una parte delle tasse che pagano i nostri genitori.
Vorrei dei docenti qualificati (e non quelli che ti parlano della loro vita o che non sono completamente presenti in classe, che mettono firma e se ne vanno), vorrei una scuola più severa e competente. Voglio uscire dalla scuola inserendo sul mio curriculum “conoscenza della lingua scolastica: scolastica”. E che davvero, alla fine del corso di studi, io questa lingua la sappia parlare.