La rivoluzione in valigia
di Gaia Garofalo
Sono passati sedici giorni dal primo giorno in Norvegia di tre giovani italiani: Michael, Gabriele e Gaia. Tre portavoce del progetto italiano per Save The Children “SottoSopra” all’interno del Summer Camp del progetto norvegese di Save The Children “Press”. Dal 3 all’8 luglio abbiamo vissuto ad un’ora da Oslo, immersi nella scoperta di ogni giorno. Appena arrivati ci ha accolto Linnea, una delle organizzatrici del gruppo internazionale del Camp costituito anche dalla Svizzera, Islanda e Albania. La pioggia è stata un dolce tepore dall’estate italiana messo piede a Strandheim. La pasta senza sale invece ci ha fatto subito invocare le nostre nonne, ma anche questa è una delle regole di partecipazione. Conosciamo poi così a cena il resto del gruppo internazionale e scopriamo questa connessione che non è solo possibilità virtuale ma possibilità di creare una piccola rivoluzione in poco meno di quella settimana. Gunnar, Katrín, Ingibjörg, Herdís sono quattro giovani islandesi che ci raccontano del loro volontariato con i richiedenti asilo e la raccolta di vestiti e giocattoli, dei balli e delle palle da bowling che ti possono salvare da una condizione di dis-integrazione. Helga, Fiona e Klaudia vengono dall’Albania e ringraziano il progetto italiano UndeRadio adesso adottato anche da loro che aggancia le loro passioni e il loro lavoro per i bambini con disabilità. Ma le chiacchiere non bastano per conoscersi e giochiamo per ridere, che quella è una lingua riconoscibile universalmente. La mattina dopo arrivano anche i doveri di piacere e scopriamo il tema di questo Summer Camp: la DISCRIMINAZIONE. Lo trattiamo dalla struttura: chi, perché, come e la soluzione ad essa. Dalla discriminazione per età, a quella sessuale, all’etnia, alle minoranze, alle barriere di comunicazione. Restituiamo il tutto negli ultimi due giorni in cui abbiamo simulato una riunione tipo delle Nazioni Unite, ricredendoci su quello che è la politica economica e la diplomazia che regolano un territorio.
LISTA DI COSE CHE RACCONTO ANCORA A CHI MI CHIEDE DELLA NORVEGIA: 1) amano l’ananas sulla pizza, 2) amano le caramelle alla liquirizia col sale di sopra, 3) amano le caramelle in generale, 4) cenano alle 19 e mangiano di nuovo alle 22.00, 5) stanno in pantaloncini con 10 gradi, 6) si scottano subito, 7) per loro i rave sono le feste con i braccialetti luminescenti, 8) si interessano a tutto, 9) stanno poco al cellulare, 10) tutti appassionati di arti varie, 11) non gli importa se balli come un babbuino, loro ti applaudono e fanno sempre il tifo per te perché sei te, 12) il caffè fa schifo ma tu accetti perché una bevanda calda e lunga, durante una conversazione in una casetta bianca di legno all’una di notte in Norvegia, ci può stare, 13) il mio primo tuffo di quest’estate l’ho fatto lì e sì, sono siciliana, ma giuro che lo spettacolo del sole rosa alle 22:30 che sbatte su tutto e il verde tutt’attorno io non l’avevo mai visto, 14) quando te ne vai, piangono tantissimo.
LISTA DI STEREOTIPI SFATATI: 1) I norvegesi sono persone fredde, serie e distaccate.
LISTA DI STEREOTIPI CHE NON SFATEREMO MAI: 1) Gli italiani parlano sempre di cibo e va benissimo così se in aereo una lacrimuccia ti scende, a guardare dall’alto le nuvole basse.
Sono passati anche dieci giorni dal ritorno da esso e la valigia ancora non l’abbiamo disfatta. Abbiamo lasciato tutto lì: i sorrisi sinceri e nuovi, le esperienze, la formazione, il mare del Nord, le scarpe fuori dalla porta. Il bagaglio è pieno. E’ leggero.
Gaia Garofalo