Bambine e bambini protagonisti della scuola del desiderio

Bambine e bambini protagonisti della scuola del desiderio

Scrivo su un quaderno che ha in copertina l’Uomo Vitruviano i miei appunti di viaggio: la partenza verso un mondo fatto di perché, risa e pianti metafisici. Mi viene in mente che l’invenzione più bella sono i bambini. Di tutti i meriti riferiti a Dio, i bambini sono atto e potenza di uomini e donne. E se fossero stati proprio i fanciulli la genesi di questa umanità? Chissà se avrebbero ascoltato di più le parole del loro creatore. In effetti: i serpenti fanno loro molto paura, il peccato lo disconoscono e non lo sanno neanche pronunciare. Una parolaccia, qualche spinta ci sta. Perché sono degni emulatori di adultità, che come i peccati, non riescono a comprendere ma a replicare; sì. Torno a scuola con groppi di pensieri che vengono sciolti dalla loro accoglienza che senza pensarci ti abbraccia, subito, impellenti… così bambini. Ci sogno su.

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Vicino un castello vi abitano personaggi fantasiosi, buoni e cattivi, posti belli e posti brutti. C’è una scuola, la Scipione di Castro e i suoi giovani alunni. Elementari fino ai minimi termini. Piccoli piccoli, che se anche salissero sopra i banchi non ti supererebbero. Ma basta un attimo per sentirsi sommersi dalle loro domande. Vogliono sapere che cosa fanno queste facce nuove in una scuola un po’ dimenticata da tutti. Noi: volontari e operatori, tirocinanti e educatori spuntiamo nel pieno svolgimento di una storia scolastica fatta di stenti. La paura di non farcela, di non essere abbastanza, di non sapere ancora leggere, scrivere e persino parlare. Ecco, succede una magia. Improvvisamente grazie a questi nuovi e strambi personaggi, ecco che, tutti disegnano, giocano, domandano: stanno imparando.

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Tornando sui piedi per terra e la testa lasciata tra le nuvole, mi affaccio ad una realtà che sta tra il desiderio e il bisogno. Mi accorgo che occorre prestare tanta attenzione, a tutti. C’è la necessità di incontrare novità che portino un bel scompiglio, una sorprendente educazione. La nostra missione è quella di far diventare la scuola l’oggetto del desiderio di questo racconto fatto di piccoli vinti che vogliono essere eroi della propria vita. Ma loro ancora non lo sanno. Siamo lì, con loro, per questo.

La didattica dell’immaginazione e l’educazione alla fantasia, sono gli addendi di un nuovo saper far e saper essere: bambini. Nient’altro. Bastano loro per raggiungere i nostri, i loro obiettivi e arrivare a destinazione. Narrazione, dialogo, tecnologia, arte, musica ci aiuteranno.

E alla fine, felici e contenti: sapranno.

Alessio Castiglione

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