La bellezza in Corso Calatafimi è nascosta
La piccola Cuba, villa Napoli e la necropoli punica sono solo alcuni dei tesori nascosti attorno a corso Calatafimi. Gli abitanti passeggiano a due passi dai monumenti in una delle strade più trafficate e piene di negozi della città e non sembrano neanche accorgersi della loro esistenza. Ci sono ancora però dei cittadini che si battono per la riqualificazione di alcuni luoghi del quartiere, anche se non sembra mai cambiare nulla.
Il parco Ninni Cassarà, polmone verde tra la zona di corso Calatafimi e viale delle Scienze, è chiuso dal 2014 e a molte antiche ville nella parte alta del corso è toccata la stessa sorte. Anche Stefania Petyx con il suo bassotto ha fatto visita al quartiere e in un servizio di un anno fa ha denunciato lo stato d’abbandono della settecentesca villa Napoli con la piccola Cuba, traccia della dominazione araba in Sicilia, e il suo grande giardino-agrumeto. La struttura è grande abbastanza da ospitare una biblioteca, delle sale per convegni o delle mostre, potrebbe essere un punto di aggregazione per i ragazzi, dato che non ce ne sono altri, invece è in mano ai vandali e chiusa al pubblico.
Fortunatamente non tutti i siti sono chiusi in zona, alcuni sono visitabili, tra questi la necropoli punica, la grande Cuba e le Catacombe dei Cappuccini. Raggiungerli però non è semplice, a causa dell’inefficienza dei trasporti pubblici, per chi usufruisce dei mezzi infatti è impossibile sapere con certezza quanto impiegherà l’autobus ad arrivare. Alcuni turisti, rassegnati dopo aver aspettato parecchio tempo, muniti di cartina e macchina fotografica trovano il coraggio di camminare per alcuni chilometri e avventurarsi tra i palazzi alla ricerca dei monumenti, altri invece rinunciano a visitarli. L’odissea è resa ancora più complessa dalla mancanza di segnaletica. La situazione non migliora quando si tratta di eventi: parecchie mostre allestite in passato all’interno dell’Albergo delle povere non sono state pubblicizzate, neanche con dei manifesti all’esterno della struttura, così la gente ne viene a conoscenza solo grazie al passaparola o per caso.
Questa zona è bella ma è poco valorizzata – dice Domenica Profita, insegnante di una scuola media del quartiere – per fortuna le scuole spesso aderiscono a progetti come “Palermo apre le porte” durante il quale gli studenti possono diventare dei ciceroni e raccontare la storia dei monumenti a residenti e turisti. Tra i luoghi aperti solo durante questo evento ci sono la biblioteca storica, la chiesa e la cripta della famiglia Lanza all’interno del Maria Adelaide e la poco conosciuta sorgente del Gabriele, una sorgente sotterranea sita nella parte alta del corso, nei pressi di via Riserva Reale, le cui acque limpide raggiungono ancora diverse zone della città grazie ai cunicoli sotterranei. Chi ha visitato questo luogo descrive l’esperienza come inimmaginabile e incredibile. Il tour dei luoghi nascosti sembra non finire mai in questa zona di Palermo, neanche i residenti conoscono tutte le ville e i monumenti esistenti, poiché alcuni di essi non sono mai stati aperti al pubblico, infatti mentre in qualsiasi altra città del nord Europa avrebbero già reso corso Calatafimi e i suoi tesori una vera e propria attrazione turistica, a Palermo la potenzialità di questi luoghi viene ignorata, così ancora una volta, in questa città, hanno la meglio il menefreghismo e l’incuria a discapito di arte e bellezza.
Roberta Redina