Simona Ferruggia e “Il Cuore segreto” romanzo della rinascita
Simona Ferruggia e “Il Cuore segreto” romanzo della rinascita
200 pagine. Costa 5 euro. Lo si trova quasi ovunque. E credo sono state dette quelle informazioni minime che di solito si leggono sempre in coda o che addirittura non si trovano del tutto fino a quando non ti sei recato nel punto vendita – che sfortunatamente è sempre troppo lontano dalla propria abitazione. Oggi si parla di una buona riuscita nel periodo delle non riuscite, di un libro scritto da una seguitissima ragazza palermitana. Perché, ammettiamolo, i numeri virtuali sono importanti.
Una parte dei web lettori avrà già cambiato scheda perché il libro “è un mattone”, anche se un romanzo come questo non risulterà affatto noioso – proprio perché non è un elenco di parole ansioso ma una storia, per di più in evoluzione. Un’altra parte lo cercherà perché costa poco, ed è pur sempre un buon libro da scoprire. L’ultima parte invece vuole anticiparne la scoperta leggendone questa recensione conoscendo anche l’autrice.
La chiusura, la scommessa e la rinascita. Si potrebbe riassumere così, la parabola vincente di una giovane scrittrice che apparentemente dal nulla ha trovato la propria strada. Avendo abbandonato gli studi universitari – spesso erroneo sinonimo di occupazione o punto di arrivo – Simona non ha proseguito il suo percorso accademico ma ha coltivato una passione forse da sempre assopita. Con la frequenza di corsi di sceneggiatura e di scrittura è andata crescendo una naturale propensione che è divenuta una vera e propria professione.
E’ con Il Cuore segreto – prima opera uscita a metà del 2015 – che Simona Ferruggia finalmente racconta e si racconta. Perché è una storia a tratti autobiografica ma che ognuno può fare propria sulla scia dei mondi che toccano le tre protagoniste (di tre generazioni diverse), un viaggio che la scrittrice definisce “un percorso di distruzione e ricostruzione”. Il libro è uno sfogo arrivato dopo tanti anni di ascolto e di silenzi, come dice l’autrice “è la storia della mia famiglia che, per anni, è rimasta taciuta, quasi sommersa. Crescendo, mi sono resa conto che alcune volte, nei discorsi dei “grandi”, c’erano frasi lasciate a metà, dette e non dette, concetti lasciati ad intendere, che nascondevano un mistero. Nel momento in cui ho provato a scavare un po’, ormai da ragazza quasi adulta, ho scoperto questa storia che, a mio parere, meritava di essere raccontata”.
L’esplosione creativa arriva dopo un periodo di depressione, di totale isolamento dal mondo esterno. Quello che si può definire “disadattamento sociale” è proprio questo: una instabilità, o peggio, una grave difficoltà ad inserirsi nella realtà sociale e un conflitto di un qualche tipo con essa. Quando accade l’uscita dallo stato di chiusura e di allontanamento dal mondo circostante, è quasi sempre una riscoperta di se stessi, di come magari non ci si conosceva prima. E’ dopo cinque anni che Simona ha liberato, da quella che era – ed è – una passione sfrenata per la lettura, questo romanzo di formazione. Un bravo scrittore deve anche poter leggere l’operato della concorrenza, trovare ispirazione o autori da cui distaccarsi completamente. Leggere tanto, leggere tutti per comprendere il collocamento letterario, il momento storico. Come quegli artisti che compiono viaggi altrove per trovare nuove forme e colori esotici. Simona ha fatto e continua a fare questo.
Il Cuore segreto è storia di crescita, evoluzione e cambiamento dei personaggi e possibilmente anche di crescita interiore del lettore che si immedesima all’interno delle vicende. C’è molto in cui ricercare il proprio interesse o dei momenti di ritrovo con i protagonisti del libro. Ci dice Simona: “affronto dei temi molto importanti, come il rapporto tra genitori e figli, la violenza domestica, la morte, la malattia mentale, l’omosessualità e la rinascita. Ciascun lettore può immedesimarsi in uno di questi “grandi argomenti” e può decidere quale chiave di lettura intraprendere”. A breve uscirà una seconda opera dal titolo Gli amici di papà. Ma su questo scriveremo dell’altro.
Daniele Monteleone