Anna, uno dei film più toccanti al Giffoni FF (2015)
Anna, regia di Jaques Toulemonde, Colombia/Francia (2015)
Primo film in gara al Giffoni Film Festival per la categoria +18 è Anna, un lungometraggio di 96 minuti che vede protagonista una giovane madre colombiana, residente in Francia, alle prese con le difficoltà legate ad una sempre più pressante fragilità emotiva e la voglia di crescere suo figlio, Nathan, contro il volere del suo ex marito che riconosciuta l’instabilità della donna cerca di preservare il futuro di entrambi, togliendole la custodia del bambino.
Anna non accetta però la lontananza suggerita dall’uomo, e con l’aiuto del suo compagno Bruno si procura tre biglietti per la Colombia e scappa segretamente con Nathan, alla ricerca di un futuro migliore, pieno di gioia, spensieratezza e amore. Ma la realtà è ben diversa da ciò che immaginiamo. Comprenderà che il solo amore non basta per crescere un figlio, che vi sono delle responsabilità e dei sacrifici che bisogna fare per assicurare a questo le attenzioni di cui ha bisogno, che vanno oltre i beni materiali, i giochi e la fantasia. Ma “Anna” non si limita ad una visione univoca della relazione madre-figlio. Un ruolo determinante è svolto dalla sua malattia mentale, che risulta essere l’ostacolo principale alla realizzazione dei suoi sogni. Il viaggio intrapreso andrà quindi oltre le aspettative, portando alla luce una parte della donna costantemente repressa e trascurata, portata infine all’esplosione da una stressante fuga dalla realtà. Una volta toccato il fondo, finalmente, si potrà risalire.
Difficilmente il tema delle malattie mentali viene affrontato in modo così diretto, crudo e sincero. Si tende spesso a sottovalutare disturbi come depressione, schizofrenia, ansia e stress, ad ignorarli, lasciandoli liberi di crescere e diventare più grandi di noi, fino a prendere il sopravvento sulla nostra persona, ledendo così anche le vite delle persone che amiamo di più. Un chiaro esempio nel film è dato dal ribaltamento improvviso del ruolo genitore-figlio nel momento di cedimento di Anna, in cui il piccolo Nathan si ritrova a dover prendersi cura di una mamma debole e senza neanche la forza di vivere. L’aiuto di Bruno (compagno di Anna) è fondamentale. Nonostante all’inizio possa sembrare un personaggio privo di significato, cresce a sua volta con l’avanzamento della storia.
Anche i suoi sogni d’amore senza certezza trovano un muro dinanzi alla malattia ormai assodata della donna, ritrovandosi così a fare i conti con una realtà più dura e concreta. Una realtà dolorosa che lo unirà a Nathan, il quale non riusciva ad accettare la sua presenza estranea nella famiglia.
La totale assenza di colonna sonora e la camera spesso in seconda persona rendono il film più reale possibile, lasciando libero lo spettatore di immergersi completamente nella storia e assimilare ogni singola sensazione provata dai protagonisti. Si cerca dunque di sensibilizzare il pubblico ad una maggiore comprensione di una delle malattie più frequenti nella società contemporanea, nonché una delle più ignorate. Ma il tema del Giffoni Film Festival “Destinazioni” risulta chiaro e forte: prima di fare un passo verso la propria destinazione, bisogna conoscere se stessi e “scacciare i propri demoni”, potendo così vivere con chiarezza e serenità il proprio futuro.
Ester Di Bona